Si presenta all’attenzione una giovane donna di 27 anni che lamenta digrignamento notturno e segni iniziali di usura dentale. Clinicamente asintomatica.


Si esegue esame elettromiografico differenziale per valutare l’influenza dell’occlusione sulla muscolatura masticatoria della paziente.


L’esame eseguito con non evidenzia squilibri muscolari ad origine dentale. Gli indici standardizzati POC, Asimmetry, Activity e Torque sono tutti entro i valori di normalità (indicati in blu).
Si prescrive placca occlusale di protezione che viene confezionata e adatta clinicamente secondo le procedure cliniche convenzionali, rispettando il confort della paziente.

A funzionalizzazione terminata si decide di valutare strumentalmente tramite EasyMYo l’effetto della placca sulla muscolatura masticatoria, per non modificarne l’organizzazione funzionale


Come si evince dall’ esame strumentale, l’organizzazione muscolare viene significativamente modificata, non consentendo alla paziente di svolgere la performance massimale che è in grado di eseguire con i denti a contatto. Il lavoro muscolare totale (Impact) scende dal 90% ottenuto con i denti a contatto al 55% serrando sulla placca. Quattro indici standardizzati su sei (POC temporali, POC medio, Asimmetry e Torque) escono dai valori di normalità (valori segnati in rosso) evidenziando uno squilibrio muscolare causato dalla placca.
La funzione “bussola” suggerisce un’area di origine dell’inibizione localizzata principalmente nel settore latero-anteriore di destra. Si decide di testare questa ipotesi tramite un ulteriore esame eseguito con un rialzo provvisorio rappresentato da una cartina occlusale posta nell’area suggerita .

Con il rialzo provvisorio le performance muscolari migliorano, con un lavoro totale che sale al 68% e gran parte degli indici standardizzati rientrano in campo fisiologico. Si suppone, quindi, che la “direzione” di correzione sia corretta. Si decide quindi di modificare la placca in modo definitivo.
La superficie dell’area da incrementare viene detersa ed adeguatamente irruvidita


Dopo le necessarie procedure di detersione ed adesione, materiale foto polimerizzabile può essere aggiunto per incrementare delle aree che necessitano di maggiore dimensione verticale.

Al termine della procedura l’influenza del nuovo assetto occlusale indotto dalla placca modificata viene testato misurando la performance dei muscoli masseteri e temporali
Come si evince dall’esame riportato in figura 11, con la placca in bocca la paziente esercita una funzione muscolare con una coordinazione molto simile a quella che esercitava con i denti in massima intercuspidazione (Fig. 2). Tutti i valori degli indici standardizzati sono rientrati entro i range di normalità (numeri in blu). Il lavoro totale espresso dai muscoli durante il massimo serramento è risultato 90% con i denti in massima intercuspidazione e 99% serrando con la placca. Questo aumento dell’attività totale può essere ragionevolmente imputato al incremento della dimensione verticale necessaria a garantire allo splint gli spessori adeguati nei settori posteriori.
L’estensione della lunghezza di lavoro di masseteri e temporali può essere il meccanismo alla base di questa performance aumentata. Non essendoci una modifica significativa nel rapporto di attività tra i 4 muscoli indagati (indici standardizzati tutti nei range fisiologici sia nell’esame in massima intercuspidazione sia sulla placca), risulta meno probabile un aumento della performance legato ad una migliore coordinazione.
Grazie ad un esame strumentale abbiamo verificato che la placca funzionalizzata clinicamente induceva una inibizione dei muscoli masticatori durante il massimo serramento. Le conseguenze di questa diversa organizzazione muscolare sono di difficile previsione; è parso quindi ragionevole eliminarle modificando la superficie occlusale della placca. La performance muscolare massimale esercitata conseguentemente testimonia l’adeguatezza del feedback propriocettivo fornito dalla superficie occlusale della placca stessa e certifica che non si generano inibenti forze torcenti agenti sulle strutture dure della cavità orale.